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San Bonaventura |
Monday 18 October 2010 | |
SAN BONAVENTURA
Ricordiamo san Bonaventura per molti titoli: filosofo, teologo di prima grandezza e scrittore fecondissimo di opere mistiche, luminare della Scolastica, oltre ad essere stato un sagace organizzatore dell’Ordine Francescano e della Chiesa.
Nato a Bagnoregio nel 1217 in una famiglia della media borghesia laziale- suo padre era un medico-, Bonaventura compì la sua prima formazione religiosa e civile sotto la guida dei francescani del Convento locale. In seguito, desideroso di continuare i suoi studi, ottenne di trasferirsi a Parigi e di iscriversi nella Facoltà delle Arti.
In questo prestigioso centro universitario san Bonaventura, dopo aver compiuto la sua formazione umanistica, frequentando per tre anni le materie del trivium: grammatica, logica e retorica, affrontò gli studi scientifici del quadrivium: aritmetica, geometria, astronomia e musica. E venne a contatto con il pensiero filosofico di Aristotele.
Intrapresa la carriera accademica, si trovò di fronte al bivio: doveva diventare un maestro della Facoltà delle arti o era meglio proseguire iscrivendosi alla facoltà di teologia? Il problema fu risolto nel 1234 dalla sua entrata nell’Ordine Francescano e dal suo conseguente affidarsi all’insegnamento di Alessandro di Hales, uno dei maestri di teologia più illustri di quel tempo.
Il 23 ottobre 1257, dopo alcune traversìe, frate Bonaventura fu accolto trionfalmente nell’Università parigina quale “maestro reggente”.
Nel frattempo, però, per suggerimento di fra Giovanni da Parma, Ministro Generale dimissionario, il giovane maestro di teologia divenne il settimo successore di san Francesco. In questo modo, prima ancora di poter raccogliere il frutto di lunghi anni di studio e di insegnamento, san Bonaventura dovette sobbarcarsi i difficili doveri di Superiore supremo di un Ordine numeroso e, per di più, dilaniato da profonde crisi spirituali.
Il nuovo Ministro Generale doveva far fronte ad un compito delicato e difficile: tentare una composizione ragionevole fra il francescanesimo ispirato, eroico, degli inizi dell’Ordine, e il francescanesimo della seconda generazione, altrettanto generoso, ma nel frattempo diventato colto.
Nella sua qualità di italiano e religioso del centro Italia, san Bonaventura era in grado di capire l’anelito di questi francescani innamorati della povertà e legati al ricordo di un’esperienza spirituale altissima come quella di san Francesco. Il fatto poi che il nuovo Generale fosse vissuto per molti anni nell’ambiente universitario parigino, in quotidiano contatto con uomini diversi per indole ed educazione, fece sì che a san Bonaventura non mancasse mai l’equilibrio necessario per misurare i pericoli di un estremismo ingenuo e caparbio, e per sollevarsi ad un francescanesimo, diremmo oggi, europeo.
E’ un fatto comunque, che san Bonaventura per diciassette anni riuscì a mantenere l’unità dell’Ordine e a neutralizzare le spinte frazionistiche che covavano all’interno; a far accettare ad un Ordine così numeroso e vivace, costituzioni e statuti ritenuti da tutti sapienti; a far convivere in pace frati, che emulavano il fervore e la semplicità di un frate Leone e di un frate Egidio, e frati che familiarizzavano con i maestri più celebri del tempo, e con vescovi e cardinali, frati, insomma, riveriti da tutti per la loro dottrina.
Non fa meraviglia quindi che Papa Gregorio X, desideroso di circondarsi di collaboratori validi e autorevoli, in vista dell’imminente Concilio Generale indetto il 1° aprile 1272, abbia promosso san Bonaventura alla dignità di Cardinale e Vescovo di Albano.
Il suo impegno costante e la fatica apostolica spesi per il buon esito del Concilio, terminato il 17 luglio 1274, lo portarono alla morte il 15 luglio dello stesso anno.
(P. Efrem Bettoni) Scarica articolo: SAN_BONAVENTURA.pdf |
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